Un milione di euro dal Gal Pollino per sostenere lo sviluppo

La redazione & Dirito di Cronaca

CASTROVILLARI – (Comunicato stampa) Rientrano nel Piano di Sviluppo Locale “Paesaggi e Ospitalità” i due nuovi bandi pubblicati dal Gal Pollino Sviluppo destinati al sostegno e allo sviluppo delle micro imprese di cui alla Raccomandazione 2003/361/CE e alle aziende agricole ed agrituristiche, con sede legale ed operativa all’interno dei comuni dell’area Gal Pollino, costituita dai comuni di Acquaformosa, Castrovillari, Civita, Frascineto, Laino Borgo, Laino Castello, Lungro, Morano Calabro, Mormanno, Mottafollone, San Basile, San Donato di Ninea, San Lorenzo Bellizzi, San Sosti, Sant’Agata di Esaro, Saracena.
La misura 311 e 312 fanno parte Piano di Sviluppo Locale “Paesaggi e Ospitalità – PRS Calabria Asse IV “Approccio LEADER” che consentiranno l’attivazione a bando di € 735.744,90 per le attività di creazione e consolidamento dell’ospitalità agrituristica e di imprese agricole multifunzionali innovative quali fattorie didattiche, fattorie sociali, fattorie creative ed eco-fattorie, e l’attivazione di € 327.306,04 per la creazione e lo sviluppo di micro imprese artigiane e commerciali.
Dopo la pubblicazione sul BUR Calabria n° 48 di Venerdì 29/11/2013 parte terza, i bandi resteranno aperti per 45 giorni.
La Misura 311 – Diversificazione in attività non agricole consentirà, con due azioni distinte, alle aziende agricole regolarmente iscritte presso la C.C.I.A.A., ad aziende singole o associate, o a membri di famiglie agricole di ricevere contributi per la ristrutturazione ed il miglioramento di fabbricati rurali da destinare a creazione di aree attrezzate per il tempo libero, sosta tende e camper, allestimento di aree da dedicare ad attività culturali e sportive, escursionistiche ed ippoturistiche, con una attenzione anche alla creazione di spazi per l’ospitalità di cani di proprietà degli ospiti che soggiorneranno nelle strutture agrituristiche. Ma anche la possibilità di realizzare o consolidare imprese agricole multifunzionali ed innovative come le fattorie sociali, didattiche, creative ed eco-fattorie con l’attivazione di complessive risorse pari ad € 735.744,90. L’entità dell’aiuto pubblico è parti al 50% fino ad un investimento complessivo massimo ammissibile di € 200.000 per richiedente.
La Misura 312 – Sostegno alla creazione e allo sviluppo di Micro-imprese attiverà complessivamente risorse pari ad € 327.306,04 per incentivare, la creazione e lo sviluppo di micro-imprese artigiane per gli investimenti strutturali, l’acquisto di attrezzature, investimenti immateriali e solo per le nuove aziende le spese per l’avvio. Le attività ammissibili riguardano quelle artigianali che utilizzano nel processo di produzione materia prima agricola per ottenere prodotti non agricoli e che incor
porano al loro interno caratteristiche tipiche del territorio; per le attività commerciali la nascita di prodotti e servizi (legati ad esempio al turismo rurale) strettamente connessi alla promozione del territorio e delle sue tipicità inclusa anche l’attività di piccola ristorazione (fino ad un massimo di 25 posti mensa). L’entità dell’aiuto pubblico è parti al 50% fino ad un investimento complessivo ammissibile di € 100.000 per richiedente. L’investimento minimo ammissibile è pari ad € 30.000. Continua a leggere

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Buone FESTE a TUTTI.

Luigi Bisignani

Buongiorno a tutti…pochissimi giorni per questo NATALE 2013,vi auguro a tutti di passarlo in armonia e felicità con le vostre famiglie.

Anche quest’ anno 2013 sta per arrivare alla fine, mi sembra ieri che vi dicevo la stessa cosa per il 2012,il tempo passa veloce e non c’é rendiamo conto.Molte cose da ricordare e molte da dimenticare…auguro a voi tutti un nuovo anno pieno di gioie ,salute e felicità…per il nostro paese auguro un anno prospero e d’unità nell’aprire una nuova pagina della storia del paese…dimentichiamo i problemi del passato guardiamo insieme verso un’avvenire migliore…

BUON NATALE ,FELICE FINE 2013 ed un’ OTTIMO 2014 pieno di SALUTE per voi e le vostre FAMIGLIE

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Come Eravamo:Sàntudunàtu nà pìcchi ì stòria

La Redazione & Minucciu

PRISCENTI (parte quarta)

Detta ipotesi è confortata anche dalla circostanza che la banda dei saracinari, capitanata da Di Napoli e Di Pace e nella quale Priscenti fece le sue prime esperienze da brigante, negli anni dal 1860/63 sparse terrore e scoramento fra le popolazioni di Spezzano, Acquaformosa, Mottafollone, Firmo, San Sosti, Saracena e Morano (3) mentre il territorio sandonatese non venne interessato da nessuna azione delittuosa. Strano, molto strano per un periodo in cui i briganti, in primis davano addosso ai ricchi notabili del proprio paese. Non penso che Priscenti abbia avuto tanta forza di dissuasione ne che avesse acquistato tale “peso” all’interno delle bande da tenere al riparo il paese natio. Non poteva neanche far conto e far valere la sua prestanza fisica. Era minuto ed i saracinari, contando sul numero, alla prima contrarietà l’avrebbero sbranato.

Probabilmente la spiegazione è da trovare sulla complicità di qualcuno che poteva negoziare la pace sul territorio, sia per la salvaguardia dei beni propri, sia per evitare interventi della truppa che potevano turbare lo “status quo” e pregiudicare gli affari correnti con le bande brigantesche.

Non voglio avventurarmi nella dietrologia ma penso che la morte di Priscenti sia un concorso di circostanze a lui sfavorevoli e dovute al desiderio di vendetta dei familiari delle le vittime di quelle azioni di cui gli veniva addebitata la responsabilità. Deve aver pesato e molto anche il troppo che sapeva, episodi e circostanze conosciute ed apprese. Troppo, troppe cose, che in periodo di pentitismo (fra i primi vi fu Viola Domenico detto Pisillo, della banda dei saracinari) posero in ambasce svariate persone, le quali, se Priscenti avesse fatto parola, potevano finire in galera o peggio fucilati. Queste circostanze costiuirono il micidiale mix di vendetta e di timore che presumo decisero la condanna a morte di Saverio Iannuzzi detto Priscenti. L’avidità e la predisposizione all’infamia ed al tradimento del Sirimarco e del Pizzo furono elementi secondari e secondo me influirono poco sulla sorte gia segnata del brigante. I due, agirono come sicari e come tali ebbero ricompensa.

Per dovere di cronaca elenco i componenti la banda Franco, nella quale ha militato il compaesano protagonista di questa storia. Continua a leggere

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Ridatemi il treno natale 2013

La Redazione & Euristeo Ceraolo

(Intercity Milano – Crotone)

Per difendere la ferrovia della fascia Jonica risalente al 1861!!!

 La protesta di un pendolare Rossanese che non si dà per vinto… Nella sua protesta coinvolto  anche un testimonial d’eccezione: Francesco Guccini!

La denuncia

Sbaglio o si era sbandierato il ripristino dei treni a lunga percorrenza come l’intercity “Milano- Crotone e… viceversa”? Della serie la protesta non conosce vacanza!

Non solo è aumentato il disagio per il trasporto ferroviario con i vari cambi per arrivare a destinazione,  ma è esageratamente aumentato il costo del biglietto da € 82,00 a € 100,00 circa.

Tutto per scoraggiare l’utenza ad utilizzare la strada ferrata e di questo periodo chi paga il danno maggiore è il turismo, con serie ricadute sull’ impatto economico.

Con chi me la devo prendere? La notizia di questi giorni è la nomina del nuovo presidente delle ferrovie nazionali Lamberto Cardia. Ah, ecco….!!!

Un po’ di Storia

Il 6 marzo 1870 venne inaugurato il tronco di Rossano della ferrovia Taranto – Reggio Calabria (passando per Trebisacce, Sibari e Corigliano). Il progetto risale fin dal 1861 (dall’unità d’Italia con Vittorio Emanuele II primo re d’Italia), venne messo in esecuzione nel 1866 partendo dalle due estremità (Taranto e Reggio). Dopo quello di Rossano, il 16 giugno 1870 si inaugurò il tronco di Cariati (passando per Mirto) ed il primo giugno 1874 quello di Crotone. La linea entrò in esercizio nel 1876. 

Oggi  sotto gli occhi di tutti, l’abbandono delle stazioni ferroviarie Joniche (che fanno tanto tristezza), eppure, un tempo non era così  e proprio la stazione di Rossano negli anni ‘59- ‘60 risultò essere la prima stazione del compartimento di Reggio Calabria per accoglienza, la cura e l’ottima organizzazione.

L’ intervista

– Voglio ricordare –  dice il pendolare Euristeo – che circa un anno fa a Forlì si organizzava una particolare forma di protesta per portare a “gloriosi splendori” il collegamento del Sud Italia con il centro Nord e chiedere il ripristino di alcuni treni, tra cui quelli a lunga percorrenza, come l’Intercity  Milano – Crotone, simbolico ponte di unione sul territorio nazionale e quindi chiedere ex- novo il collegamento ferroviario con il Sud del Paese – .

La protesta, quanto mai singolare, ha visto la partecipazione di alcuni VIP del tessuto romagnolo e un gruppo di amici che “armati” di valigia di cartone,  hanno occupato lo spiazzale della Ferrovia Forlivese e manifestato in modo creativo il disagio creato dalla soppressione del collegamento, raggiungendo l’attenzione dell’opinione pubblica, nonché, delle testate giornalistiche nazionali con il titolo di  Ridatemi il treno và. Continua a leggere

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Qualche leggenda di Natale:Presepe,Re maggi,babbo Natale,Befana etc…

Luigi Bisignani

Il Presepe.

   Il primo vero presepe della storia fu creato nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Roma. Questa usanza divenne così popolare che presto tante altre chiese vi aderirono.

Ognuna creava un presepio particolare ed unico. Le scene della natività erano spesso ornate con oro, argento, gioielli e piete preziose.
Anche se molto popolare tra le classi più ricche, questa opulenza era quanto di più distante dal signigificato della nascita di Gesù.
Dobbiamo il “nostro” presepe attuale a San Francesco d’Assisi, che nel 1224 decise di creare la prima Natività come era veramente descritta nella Bibbia. Il presepe che San Francesco creò nel paese di Greccio, era fatto di figure intagliate, paglia e animali veri.
Il messaggio era diretto, e poteva essere capito e recepito da tutti, ricchi e poveri.
La popolarità del presepe di San Francesco crebbe fino ad espandersi in tutto il mondo.
In Francia si chiama Crèche, in Germania Krippe, in Spagna e America Latina si chiama Nacimiento, nella Repubblica Ceca si dice Jeslicky, in Brasile si dice Pesebre, e in Costa Rica si dice Portal.

 

Gli animali

Si dice che allo scoccare della mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, gli animali – in special modo gli animali nelle fattorie acquistino il meraviglioso ed inusuale dono della parola. Buoi, mucche, cavalli, maiali e polli iniziano a parlare tra di loro e si scambiano strani segreti sul genere umano, in particolar modo sui loro padroni. Ma non tentati di ascoltarli di nascosto! La leggenda dice che potrete attirare su di voi la sfortuna, la cecità o addirittura la morte se tenterete di spiarli!

La leggenda dell’Agrifoglio.

Un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli araldi apparvero annunciando la lieta novella della nascita di Cristo.
Sulla via di Betlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami d’alloro per il neonato re.
Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna che il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere.
Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell’orfanello in bacche rosse.

La leggenda delle Palline di vetro

  A Betlemme c’era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un dono per il Bambino Gesù così egli andò da Gesù e fece ciò che sapeva fare meglio, il giocoliere, e lo fece ridere.
Questo è il perché ogni anno sull’albero di Natale appendiamo le Palle colorate – per ricordarci delle risate di Gesù Bambino.


La leggenda delle Campane di Natale

   I pastori si affollarono a Betlemme mentre viaggiavano per incontrare il neonato re. Un piccolo bimbo cieco sedeva sul lato della strada maestra e, sentendo l’annuncio degli angeli, pregò i passanti di condurlo da Gesù Bambino. Nessuno aveva tempo per lui.
Quando la folla fu passata e le strade tornarono silenziose, il bimbo udì in lontananza il lieve rintocco di una campana da bestiame. Pensò “Forse quella mucca si trova proprio nella stalla dove è nato Gesù bambino!” e seguì la campana fino alla stalla ove la mucca portò il bimbo cieco fino alla mangiatoita dove giaceva il neonato Gesù.

La storia di Babbo Natale

L’uso di fare doni ai bambini in occasione del solstizio d’inverno c’è sempre stato. Ma nel passato i regali non li portava Babbo Natale. A portare i regali ai bambini ci pensavano gli elfi, gli angeli, le fate, i Rè Magi, Santa Lucia, Gesù Bambino, la Befana. La figura di Babbo Natale si ricollega a San Nicola di Mira e a Sanctus Nicolàus, che operava già nel Medioevo. Per diventare ciò che è attualmente, la leggenda e la storia di (Babbo Natale – San Nicola) dovette arrivare negli States al seguito degli immigrati olandesi e, infine, a New York trovò Clement Clark Moore, che nel 1822 scrisse per i suoi sei figli la poesia “A visitfrom St. Nicholas” in cui lo descriveva in vesti nuove.

Il successo fu immenso e lui, con i nomi di Santa Klaus, Father Christmas, Papa Noèl, Weithnachtsmann, diventò il più amato portatore di doni e regali.

Babbo Natale è vecchio con la sua lunga barba bianca ma giovane nel suo entusiasmo, complice e paterno. Il suo vestito rosso, ornato di pelliccia e il suo inconfondibile berretto, ricorda quello degli gnomi e anche lui porta un sacco (cornucopia). Babbo Natale saetta nel cielo su un carro volante pieno di regali e doni natalizi, ma poiché viene dal paese dei ghiacci, ha una slitta trainata da renne, mitica rappresentazione dell’inverno, in cui si sommano e si accavallano folletti, santi, dei e rè; è buono e tollerante. Non c’è carbone nel suo sacco e forse è proprio questo che spinge a diventar migliori. Entra misteriosamente dal camino o dalle finestre, provoca un pizzico di batticuore – quel tanto che ci vuole – lascia i regali, ammicca e se ne va. Continua a leggere

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Natale e cucina natalizia in Francia

Luigi Bisignani

Natale in Francia

Il Natale in Francia viene celebrato in modo differente a seconda della località e della regione di appartenenza. Accanto ad una tradizione più che altro commerciale, vissuta in particolare nelle grandi città turistiche come Parigi, si affiancano quelle appartenenti ad una cultura più popolare. Regioni come l’Alsazia o città come Strasburgo, Colmar o Marsiglia, diventano così luogo prediletto per i classici mercatini di Natale, ricchi di illuminazioni, botteghe artigianali, decorazioni e una gustosa gastronomia natalizia.

L’usanza nella famiglia francese è quella di preparare il presepe natalizio, formato da piccoli statuine d’argilla (che chiamano santouns), vestite con i costumi tradizionali. Rappresentano i personaggi del proprio paese, come il sindaco, il parroco, le maestre, il farmacista e così via, che vanno ad aggiungersi alle classiche figure di sempre. La tradizione è stata tramandata di generazione in generazione sin dal diciassettesimo secolo, ed è molto viva soprattutto nelle località della Provenza (Marsiglia, Aix en Provence o Augagne). I bambini amano in particolare la figura del piccolo Ravi, un allegro personaggio che con una lanterna fa luce verso il sentiero in direzione del presepe. Il Natale a Marsiglia, si arricchisce delle celebrazioni della Fiera dei Santoun, una grande mostra di presepi dalla grandissima precisione e realismo.

I bambini francesi ricevono i doni da Gesù Bambino (Petit Jésus) o da Pere Noel, assistito dal devoto Pre Fouettard, che ha il compito di ricordare al barbuto babbo natale il comportamento di ogni bambino durante l’anno appena trascorso. In alcune parti della nazione (nel settentrione) il Babbo Natale usa fare visita ai bambini per ben due volte: il 6 dicembre, nel giorno di San Nicola e il giorno di Natale. L’usanza inoltre vuole gli adulti scambiarsi i regali non il giorno di Natale, bensì quello di Capodanno, il giorno di Saint-Sylvestre. Nel Nord della Francia, il periodo natalizio viene preannunciato dalla festa di San Martino, dove i bambini vengono impegnati a costruire delle tipiche lanterne, usate poi per andare cercare il santo e il suo fidato asinello. In altre parti della Francia, i bambini usano lasciare le proprie scarpette vicino al camino, per essere riempite con frutta, dolci e noci dal Babbo Natale. Continua a leggere

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Sàntudunàtu nà pìcchi ì stòria :PRISCENTI (parte terza)

Luigi Bisignani

Nel 1863, spaventato dalla misure repressive e dalla intensa lotta contro il brigantaggio e dalla taglie poste su capi e componenti le bande, Priscenti decise di avvalersi della clemenza accordata al brigante che desisteva e si presentava spontaneamente e prese contatti con don Raffaele Benincasa, all’epoca capitano della guardia nazionale, sollecitadone l’interessamento per ottenere il necessario salvacondotto.

Lasciò la banda ed in attesa del documento frequentava la zona “àcqua ù mànghanu”, tenendo i contatti con paese ed i paesani per il tramite del sandonatese Francesco Sirimarco Esposito, il quale quotidianamente gli portava provviste e lo aggiornava sull’iter della pratica.

Priscenti aveva confidato al Sirimarco d’essere possessore di una cospicua fortuna e che, dopo aver sciolto il voto di far costruire una cappella per la Madonna del Carmine, con la somma residua avrebbe beneficato gli amici per i favori ricevuti, principalmente quelli del Sirimarco stesso.

Il Sirimarco, allettato dalla consistente taglia posta sulla testa di Priscenti e dalla somma considerevole che riteneva di rinvenire nella cintura indossata dal brigante, penso bene di accordarsi col fidanzato della figlia Filomena, tale Francesco Pizzo, giovane prestante ed ottimo tiratore, per uccidere e depredare il compaesano datosi al brigantaggio.

La mattina del 30 luglio 1864, tre ore prima di giorno, suocero e genero partirono per incontrare Priscenti. Giunti all’àcqua ò manghànu il Pizzo si nascose ed il Sirimarco avanzò di poco facendo il segnale convenuto. Priscenti si rese visibile ed il Sirimarco, dopo averlo rassicurato sulla pratica in corso, si allontanò di pochi passi per recuperare la bisaccia con le provvigioni. Così facendo liberò la visuale al genero che sparò e Priscenti cadde bocconi fulminato. Continua a leggere

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Sàntudunàtu nà pìcchi ì stòria:Priscenti 02

Luigi Bisignani

PRISCENTI (parte seconda)

Altri scritti (3) lo mostrano brigante di poco peso e di scarsa influenza ed infine (4) quale brigante crudele ed insensibile verso la sorte dei compaesani.

Si scrive di un Priscenti organico della banda La Valle, presso la quale però non aveva molto credito e veniva ritenuto inadatto al tipo di vita ed attività e quasi deriso, perché di scarsa statura e corporatura. In poco tempo il sandonatese venne riabilitato perché diede dimostrazioni di temerarietà e crudeltà. Si raccontava che un tale Famà, anziano e malaticcio possidente che viveva da solo in Cassano, divenne obiettivo del La Valle che, in compagnia di altri briganti fra i quali Priscenti, penetrò nell’abitazione del vecchio. Non riuscendo a farsi indicare il luogo ove teneva le ricchezze, La Valle consegnò il vecchio a Priscenti e questi, per indurlo a parlare, lo sottopose ad crudeli ed inaudite torture proseguite fino agli spasmi della morte. Di contro ci descrivono un Priscenti amorevole con i compaesani ed affezionato al paese, tanto che talvolta si aggirava nei dintorni dell’abitato e vi penetrava sia per godere i favori dell’amante, sia per farsi curare quando era malato, sicuro che nessuno l’avrebbe tradito. In proposito si narrava che ferito ad una gamba venne in paese per le cure ed al medico locale corrispondeva trenta piastre per ogni visita, onorario favoloso per quei tempi e luoghi.(2) Detta ferita, curata come era possibile farlo in quei tempi, lasciò dei postumi tanto che nella banda di Antonio Franco, Priscenti venne nominato “lo zoppo”e con questo soprannome risulta negli atti giudiziari.(5)

L’affetto di Priscenti per i sandonatesi viene però smentito da un episodio accaduto nell’ottobre 1863 quando Di Pace Domenico e Di Napoli Carlo, entrambi da Saracena e capi dell’omonima banda brigantesca, dopo aver consumato abbondanti libagioni e bevuto parecchio vino loro recapitato da Michele Maradei da Mottafollone, assalirono e violentarono alcune donne di San Donato (3). All’episodio ebbe ad assistere Priscenti, ma non è tramandata alcuna sua reazione e ciò a ben vedere perché i saracinari godevano di pessima fama, specie in crudeltà, inaffidabilità e slealtà verso i compagni. Per inciso furono alcuni elementi dei saracinari i primi a pentirsi e tradire le bande brigantesche ed i compagni di avventura. Continua a leggere

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La XXIII Edizione passata…già si pensa alla XXIV !!

Luigi Bisignani

La XXIII in video…

Qualche foto in musica della XXIII SAGRA… prima di tutto per ringraziare questa “EQUIPE” di giovani che con il loro entusiasmo e coraggio hanno permesso la continuità delle SAGRE e poi per far piacere a tutti i SANDONATESI sparsi nel mondo che fedeli a questo gruppo”Amici di San Donato di Ninea nel Mondo” aspettano ogni giorno qualche notizia del paese…grazie a tutti coloro che hanno inviato le foto dando la possibilità di realizzare questo filmino che resta la testimonianza di una grande riuscita….

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X festa di SANTA CECILIA

Luigi Bisignani

Bellissimo programma per la SANTA CECILIA offerto

dall’ASSOCIAZIONE CULTURALE “AMICI DELLA MUSICA”

BUONA SANTA CECILIA A TUTTI

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