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“hoi zi hoi zi a cucciata i Santa LUCIA”
Queste erano le parole che si usavano al paese dai giovani che facevano il giro del paese,presto la mattina,in cerca della famosa CUCCIATA.

Domani mattina (13 dicembre) prestissimo la stessa voce ,lo stesso ritornello,”ara porta da casa mia ” e so che mi depositeranno nu piattu I CUCCIATA ARA PORTA…come tutti gli anni.
La tradizione:
il tradizionale piatto a base di grano di mais – preparato in onore di Santa Lucia.
La tradizione vuole infatti che, dopo lunghe preghiere a favore della risoluzione della grande carestia che colpì il meridione d’Italia nel 1763, Continua a leggere
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Luigi Bisignani
In questo “PERIODO NERO” un po di storia PAISANA non fa male ,allora vi auguro un buon pomeriggio ritornando indietro nel 1948….

Mìnuccièddhu bbì cùnta Stuòzzi ì stòria:
Quìru chì sùccidìadi ntò ‘48
Nel 1848 (e negli anni precedenti e successivi), le popolazioni del regno delle due sicilie furono protagoniste di vari episodi di “ribellione”.
Una di queste rivolte, nelle nostre terre, vedeva protagonista la classe dei contadini e dei braccianti, ridotta in miseria perché impoverita dai “furti” della classe dè gàlantuòmini, i quali, nel tempo si erano impadroniti, sia delle terre demaniali usurpandole, sia delle proprietà ecclesiastiche, messe sul mercato e da loro acquisite in blocco ed a prezzi che la povera gente non poteva pagare.
A quei pochi del “popolo basso” che erano riusciti ad opzionare qualche piccola proprietà, venne negato ogni aiuto ed in beve parecchi si trovarono sommersi dai debiti e costretti a cedere proprietà faticosamente acquisite. Continua a leggere
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Luigi Bisignani
Le sacre fritture del Natale in Calabria
Cuddrurieddri, zeppole, zippuli o grispelle,
Grispeddri… chiamatele come volete ma le frittelle di pasta lievitata sono il vero simbolo del Natale in Calabria.

E’ tradizione prepararle con gran solennità per tutto il periodo festivo, si inizia dalla Vigilia dell’Immacolata e si continua fino all’Epifania. Le donne preparano l’impasto con mille attenzioni, lo lasciano lievitare al calduccio sotto una coperta di lana e, una volta pronto, si procede a farne delle ciambelle e a friggerle in abbondante olio bollente.
Una volta si usava anche che il capofamiglia, o chi ne faceva le veci, gettasse nella padella la prima striscia di pasta a forma di croce.
I fritti natalizi in Calabria sono il vero segno della festa, per celebrare e augurare la fortuna e l’abbondanza. Perciò se ne preparano in quantità per farne dono a parenti e vicini di casa e, come recita il proverbio Amara chira casa ch’un si fria, da tradizione non si frigge nella casa colpita da lutti recenti. Continua a leggere
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Luigi Bisignani
Tradizioni di Natale
In questi giorni di festa, spesso dimentichiamo che il Natale non è fatto solo di regali, ma ci sono tradizioni di Natale che sono simbolo di valori veri e sinceri.
Vi racconto alcune delle più belle tradizioni in modo che possiate raccontarle anche ai vostri bambini.
Il Presepe
Nella rappresentazione della natività, che ogni anno rappresentiamo tramite il presepe, tutto è simbologia: la stalla rappresenta la povertà e la miseria.
Giuseppe è l’intelletto: anziché essere geloso e ripudiare Maria si inchina a Dio accettandone la volontà.
Il Bue rappresenta il principio generativo (è simbolo della fertilità e fecondità in Egitto), la forza sessuale; l’asino invece raffigura la personalità, la natura inferiore dell’uomo.
Il significato della presenza nella stalla del bue e dell’asinello è in realtà molto profondo:soffiando sul Bambino Gesù lo scaldavano con il loro fiato.
Il soffio è vita, dunque il soffio dell’asino e del bue è una reminiscenza del soffio mediante il quale Dio ha dato l’anima al primo uomo. Continua a leggere
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Luigi Bisignani
Tradizioni di Natale
In questi giorni di festa, spesso dimentichiamo che il Natale non è fatto solo di regali, ma ci sono tradizioni di Natale che sono simbolo di valori veri e sinceri.
Vi racconto alcune delle più belle tradizioni in modo che possiate raccontarle anche ai vostri bambini.
Il Presepe
Nella rappresentazione della natività, che ogni anno rappresentiamo tramite il presepe, tutto è simbologia: la stalla rappresenta la povertà e la miseria.
Giuseppe è l’intelletto: anziché essere geloso e ripudiare Maria si inchina a Dio accettandone la volontà.
Il Bue rappresenta il principio generativo (è simbolo della fertilità e fecondità in Egitto), la forza sessuale; l’asino invece raffigura la personalità, la natura inferiore dell’uomo.
Il significato della presenza nella stalla del bue e dell’asinello è in realtà molto profondo:soffiando sul Bambino Gesù lo scaldavano con il loro fiato.
Il soffio è vita, dunque il soffio dell’asino e del bue è una reminiscenza del soffio mediante il quale Dio ha dato l’anima al primo uomo. Continua a leggere
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Luigi Bisignani
Aspettando giorni MIGLIORI Mìnuccièddhu bbì cùntadi:Cùmu ghèramu Cènt’ànni àrrìètu

Mìnuccièddhu bbì cùntadi.
In un articolo on line su “Archivio Sibari”, Michele Sampietro dà notizia che, nel “Dizionario corografico dell’Italia, opera illustrata da circa 1000 armi comunali” pubblicato in due volumi nel 1878, opera notevole di Amato Amati, si trovano notizie e curiosità su tutti i paesi, le città, le provincie e le regioni dell’Italia unita.
Sfogliando le ingiallite pagine, il Sampietro dice d’essersi imbattuto nella “descrizione dei calabresi”, che l’Amati riporta pari pari da un altro autore di quel periodo, il salernitano Matteo De Augustinis, il quale, descrivendo l’indole, i costumi, il carattere dei calabresi non ne dà proprio una immagine “edificante”.
I pochi pregi elencati, affondano nei difetti, taluni gravissimi e sotto certi aspetti riscontrabili ancora oggi. Continua a leggere
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Luigi Bisignani
Tra i tanti ospedali dismessi c’è quello di Lungro.
Un ospedale con 80 posti disponibili riammodernato con tutto quello che può servire per accogliere pazienti covid-positivi che necessitano di ospedalizzazione.
Eppure si preferisce allestire ospedali da campo che sono strutture temporanea finita l’emergenza verranno smontati.
Tutto questo mentre nel pronto soccorso dell’Annunziata ventotto pazienti giacciono ammassati con i reparti che non riescono più ad accogliere nuovo pazienti. Una situazione al collasso con il personale sanitario a forte rischio contagio (un paramedico e quattro operatori socio-sanitari sono risultati positivi). Il ritardo accumulato in questi mesi è stato determinante nel creare tale situazione .
Non c’è più tempo avviare immediatamente tutte le procedure per riaprire gli ospedali dismessi in mezzo c’è il nostro diritto alla salute per non morire di incuria.
[di Francesco Febbraio]
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Luigi Bisignani
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Luigi Bisignani
Il covid-19 non ferma il grande cuore dei Sandonatesi
Anche quest’anno i sandonatesi hanno partecipato alla raccolta fondi per l’AIRC nella campagna “i cioccolatini della ricerca”
Nonostante la forzata assenza della sagra della castagne, cui la manifestazione da qualche anno era associata con grande successo,
quest’anno grazie alla preziosa opera, porta a porta di Ornella Artuso , collaboratrice e referente dell’AIRC di Cosenza, si sono distribuiti i cioccolatini.
In tanti hanno partecipato e in tanti hanno ringraziato la referente AIRC Ornella per la sua preziosa e grande disponibilità per un ulteriore mattoncino a favore della ricerca …
”tutti ci auguriamo di non averne bisogno …… tutti potremmo averne bisogno”.
Sono stati raccolti circa seicento euro inviati con bonifico all’AIRC.
GRAZIE SAN DONATO
GRAZIE AL GRANDE CUORE DEI SANDONATESI
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Luigi Bisignani

Cùmu ghèramu: ‘U màssàru.
La descrizione che il Padula ci fa del massaro ottocentesco, non risponde appieno a quella del massaro nelle terre sandonatesi, almeno quelli nei miei ricordi di adolescente degli anni 50, epoca in cui tale professione stava scomparendo perché vi si dedicavano poche persone.
Da noi “ù massàru” era un possidente che curava il patrimonio familiare, ma poteva anche essere un affittuario di beni altrui od anche un fiduciario che ne organizzava lo sfruttamento e ne curava le rese. In questo ultimo caso era definito “fattùru”.
L’attività del massaro, per quel che rammento, negli anni 50 non era esclusivamente agricola ma poteva includere anche l’allevamento ed in caso di patrimoni di particolare consistenza, comprendeva entrambe le attività Continua a leggere
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