Da “Come Eravamo” Cauboj e indiani …
Cauboj e indiani
Al tempo corrente, da ciò che gli esperti asseriscono, pare che i giochi infantili siano ormai un residuo del passato, soppiantati come sono da videogiochi, programmi televisivi studiati apposta per l’infanzia ed impegni in attività sportive e ludiche, specchio e prospezione di genitori insoddisfatti che pretendono dai figli quelle attività probabilmente loro negate o precluse. Nella mia infanzia, il gioco era l’elemento più importante della crescita. Anche partecipare alle attività reddituali, nelle società agro-pastorali come era la nostra, poteva essere una forma di gioco. Era consentito l’impiego dei “quatrari” nella custodia temporanea di piccoli animali domestici per uso familiare. I ragazzini, specie nei pomeriggi della primavera/estate, consideravano un passatempo la richiesta “ì purtà ntè castagni”, la capra o la pecora oppure dei loro cuccioli per farli pascolare. In genere “u cummannatu” non ci andava da solo ma si portava appresso anche i suoi amichetti coi quali condivideva guardiania e giochi. In primavera, il passatempo più gettonato “aru cummientu”, era la ricerca delle castagne sfuggite alla raccolta, perché nascoste dai ricci e dalle foglie. I frutti iniziavano a fermentare per poi germogliare ed erano dolcissimi. A parte questi divertenti impegni, che non toccavano tutti, i bambini, soddisfatti i giornalieri obblighi scolastici, erano liberi di dedicarsi alle attività ludiche che ritenevano più congeniali. L’apparecchio televisivo era posseduto da poche famiglie ed i programmi, inizialmente erano diffusi nelle ore serali e solo qualche tempo dopo nel tardo pomeriggio, con la tv dei ragazzi, limitata a circa un’ora pomeridiana e con inizio alle 17.
Quindi tempo libero in abbondanza ed impiegato per praticare vari giochi fra i quali: “latri e carbunièri”; “libera e presa”; “ammicciùni”; “àra cavicchjula”; “àri tappi”, “campana” riservata e praticata dalle femminucce; una specie di tirassegno con arco e frecce ricavate da stecche in ferro da ombrelli e, dopo averne visto le avventure, al cinema od in tv, anche “caubboj e jndiani”. Continua a leggere









