Pasquale Giannino
Nemo propheta in patria, ma non è sempre vero. Vi segnalo questa recensione del mio romanzo Ritorno al sud – Armando Curcio Editore apparsa sul principale quotidiano calabrese: la Gazzetta del sud. L’articolo, firmato da Alessandro Amodio, riassume la mia storia e trasmette in poche righe l’anima del romanzo. Il riferimento ai tratti alvariani senz’altro mi lusinga, ma al tempo stesso mi imbarazza. Vi ringrazio dell’attenzione, e vi auguro una Pasqua serena.
7 commenti
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Onoratissimo per il successo del nostro paesano.
A Pasquale i miei più sinceri complimenti! Giovanni
Grazie a Giovanni e a Luigi. Ho saputo che l’articolo è stato esposto al bar di mio zio ed è stato letto da molti sandonatesi. Molti compaesani hanno letto anche il libro e i riscontri che ho avuto sono più che incoraggianti. Cos’altro dire? Grazie dell’accoglienza e prima o poi anch’io tornerò al sud…
Autore
ciao Pasquale una persona come te non é mai partita dal SUD;ovunque tu ti trovi sarai sempre un SANDONATESE…un figlio del SUD…ciao e buona continuazione
Luigi
Ciao Pasquale! Essendo il protagonista un Benincasa Francesco, l’ha scaricato anche mio figlio che si trova in Spagna e si chiama Francesco. Giovanni
Molti di noi pur avendo per decenni “navigato” non sono mai partiti ne dal Sud ne da San Donato (almeno con il cuore), solo che Pasquale per sua e nostra fortuna ha il pregio e il privilegio di saperlo e poterlo doviziosamente raccontare. Giovanni
Luigi sì, io sono orgoglioso di essere sandonatese. Credo che abbiamo avuto la fortuna di nascere in un luogo fra i più belli al mondo. Lo dico senza retorica, ma con cognizione di causa. Non a caso gran parte della mia produzione letteraria trae ispirazione dai miei ricordi di infanzia o dagli aneddoti che mi raccontava mio nonno Pasquale, molti dei quali ambientati al tempo della sua giovinezza in paese (anni Trenta, Quaranta…). Direi che hai colto nel segno: io non sono mai partito da San Donato. E forse, leggendo i miei testi molti altri sandonatesi che non hanno mai lasciato il paese nonostante si trovino a migliaia di chilometri da esso, avranno la possibilità di ritrovarsi e riconoscersi nei luoghi e nelle atmosfere che tento di far rivivere. Con questa motivazione profonda io vado avanti per la strada che ho scelto – che è piuttosto lontana dalle mode e dalle tendenze letterarie del momento – perché, al di là del successo e delle gratificazioni materiali che potrebbero anche non esserci, sono convinto che sia la strada giusta da seguire.
Giovanni, evidentemente la scelta del cognome del protagonista non è casuale, ma è un omaggio alla famiglia della mia nonna paterna che tu dovresti conoscere: i Benincasa di Arcomano. Non sapevo che avessi un figlio di nome Francesco. Salutamelo caramente.