Luigi Bisignani
Il paese dove il tempo si è fermato…la lenta agonia !!
Un amico, via Internet, m’invita ad esprimere una mia opinione sulla REALTÀ attuale del mio luogo di nascita, del mio luogo del cuore.
Tra tanti guri in giro, tra tanti esperti, saggi, tuttologi, parolai e parolanti in TV e di piazza da cui siamo tsunamizzati, vieni a chiedere a me un così grande impegno. Io non sono all’altezza, caro amico, io so solo quel poco che mi permette di affermare socraticamente, di non saper nulla…
E poi, di quale realtà si tratta. Di quella nazionale, mondiale o alludi a quella piccola povera nostra realtà locale? Di qualsiasi realtà si tratta c’è solo da mettersi le mani nei capelli.
Ma tu forse vuoi tirarmi in un tranello. No, non ci casco.
Tu vuoi che mi metta a tirare filippiche contro i politici locali. Vuoi che mi metta a parlare della decadenza culturale e civile ed economica del nostro popolo. Vorresti che fotografassi la condizione delle nostre strade rappezzate e bucate più degli abiti di un mendicante ottocentesco; dei ridicoli marciapiedi dissestati;del paesaggio sfregiato da costruzioni fuori norma;dai colori delle case, arlecchineschi, fiammanti, accecanti;delle lunghe balconate fredde come obitori per mancanza di un ornamento floreale…
Un cavolo, che io mi metta a parlare di simili cose !
Vorresti che dicessi qualcosa a proposito del distributore di benzina inutilizzato che fa orrenda mostra di sé nel centro del paese. Vorresti che ti dica di eliminarlo e magari ricostruire, al suo posto, l’antica fontana testimonianza di una civiltà contadina, degno ornamento storico e culturale. Ma un cavolo, che te ne parlo. Forse più saggiamente di me e di te, più intelligentemente e, fantasiosi, gli amministratori contano di ritenerlo una moderna, sperimentale opera d’arte.
Magari vorresti che ti parlassi anche della Torre dell’orologio che segna inesorabilmente le due, non so se di notte o di giorno. Da trent’anni sono sempre le cinque meno sette. Qui il Tempo non si muove.(ora funziona é solo una satira)
Che triste, implacabile metafora: il paese dove il Tempo si è fermato.
E vorresti pure che accennassi qualcosa a proposito del Monumento ai Caduti con quei poveri nomi oramai sbiaditi, senza una pianticella, senza un fiore. Non sarebbe meglio sradicarlo e trasferirlo altrove come recentemente mi ha fatto notare un amico? Magari creargli uno spazio in un giardinetto in un angolo di quella (mozzati, mia lingua!) struttura che, si diceva, doveva essere una villa. Servirebbe il suo spostamento anche per snellire il traffico caotico che quotidianamente, anarchicamente si crea nella zona.
Queste piccole cose creano semplicemente BELLEZZA.
«E’ la bellezza che salverà il mondo», questa famosissima frase del grande Dostoevskij ha sconvolto gli animi e le menti dei più grandi filosofi ed artisti. Qui invece della bellezza non si tiene alcun conto anzi invita a ironie superficiali, se non a veti per ignoranza ed insensibilità.
Qui viene sfregiata, ferita,umiliata.
La Cultura non va oltre qualche carina, simpatica manifestazione ornamentale scivolando come leggero piacere superficiale. Dopo lo spettacolo si rimane tali e quali.
La vera Cultura incide in profondità, è dinamica, è energetica, ha la forza di trasformare animi e cose. Qui se qualcuno cerca di trasmetterla, cerca di dare un po’ di energia poetica viene non solo ostacolato, ma in qualche modo lo si cerca anche di umiliare.
Tu vorresti, amico, spingermi a parlare di cose come queste? Ma tu sei pazzo rivolgendoti a me. Pensavo a questa tua richiesta mentre mi facevo un giro in auto e per poco non investivo uno dei trentadue cani che ho incontrato. Mi sembrano il doppio dello scorso anno, saranno il triplo la prossima volta che verrò?
Mi dispiace, caro amico, ma non me la sento di parlare della realtà che ci circonda, finché qualcuno, un illuminato “politico” non abbia un’anima, una cultura, un’intelligenza, una sensibilità, un amore per questa Comunità tale da farlo salire sulla Torre dell’Orologio per dargli la carica e far di nuovo muovere il Tempo, per tanti anni fermo. Mi dispiace non poterti accontentare.
RITORNO AL MIO PAESE
Sono partito da tanti anni
ma da tempo volevo tornare,
l’ultima lacrima voglio versare.
Stanco, irritato, da mille dolori
seppur ricolmo di soldi ed onori.
In tutto il mondo ti ho trasportato,
guardando il vuoto sui fiori ormai secchi.
Ma la distanza mi ha sempre impedito
di essere là assieme ai miei vecchi Amici
Come ricordo il profumo di sera,
assieme alla neve a cercar Primavera.
Ogni mio passo era come un ruggito,
che mi serviva a scalare irretito
quelle stradine ed austere
che mi ricordano donne severe.
Un buon profumo d’altronde ricordo
quello del pane, bollente, ch’io mordo
prima di andare alla casa di sera
dove mia madre un bel giorno mi spera.
Ora anch’io torno nel luogo d’infanzia
solo il ricordo mi torna in vacanza.
Solo, invecchiato e senza amicizie,
sono affamato di sole e primizie.
Quanto mi manchi paese lontano,
quanto il mio cuore è ricolmo di amore.
Ora che vecchio, ma sempre SANDONATESE
l’ultimo alito voglio lanciare
dove il respiro diventa vapore.
Così il mio animo potrà vedere
quanto è speciale quel LUOGO DEL CUORE.
2 commenti
Complimenti….bellissimo articolo e triste realtà……!
Mia nonna paterna diceva sempre tristemente “Tutto passa”, l’importante non passino i ricordi, almeno così potremo tenere vivo quello che siamo stati e che siamo.
Buoni ricordi a tutti e a presto
Caterina Ferraro
Buoni ricordi, solo quelli. La realtà attuale ai miei occhi è un disastro sotto tutti gi aspetti.