U BARRU DO GIRUNI: Mascinu (Luigi Bisignani)

Luigi Bisignani

Ho avuto notizie del BAR del Girone dalla Nipote di Zio Luigi Bisignani,detto Mascinu,Maria Deborah De Lucia,figlia di Rosetta .

Potrete capire l’importanza che ha questo mitico caffé,dei suoi nonni per Lei.Vi lascio leggere ed apprezzare i suoi sentimenti e ricordi del suo  ultimissimo e recente  viaggio al paese ,per mettere in ordine e ristrutturare il caffé per una eventuale apertura per questo Agosto 2017.Almeno questo é il suo augurio e penso che lo sia per molti paesani che aspettano la riapertura  di questo mitico BAR parladomene spesso in questo periodo.Auguro a Deborah una prestissima apertura e che il suo sogno si avveri prestissimo.

 

Nel 1996 quando purtroppo sono mancati sia mia madre Rosetta Bisignani De Lucia che mio nonno Luigi Bisignani(Mascinu) mia nonna Carolina Esposito Bisignani, nonostante il suo immenso dolore di queste perdite, ha avuto la forza e il coraggio di riaprire il bar da sola perché diceva che il bar non poteva rimanere chiuso. Per lei era importante non far mo­rire quel bar che era tutta la sua vita, tempio sacro dell’amore per suon marito, la sua famiglia e il suo paese.

Aveva capito molto bene l’importanza di quel bar, di quel luogo speciale.

Il “Girone” come prima piazza che incontri è sempre stato un luogo incantevole terrazza naturale davanti alla qualesi fermava la corriera, dove fino a qualche tempo fa c’erano i carabinieri luogo di incontro dei giovani, luogo di fermata di arrivo e ristoro. Con esattezza non so quando i miei nonni si siano trasferiti al Girone perché prima avevano il bar in un altro rione ma so che negli 60 il bar era già lì. Si tratta davvero di un bar storico.

Le case che si affacciano sulla piazza e su questo belvedere naturale sono state costruite dalla famiglia di mia nonna nota famiglia di scalpellini al paese gli Esposito. Le case sono tutte state scavate nella roccia. Infatti sulla scala di ingresso alla casa c’è inciso anno 1934.

Sono tornata da San Donato da poche settimane, poiché (come molti sanno) anche lei,

mia nonna Carolina Esposito l’ultimo legame speciale, con il paese, se n’è andata, il 3 gennaio di quest’an­no. Ho trovato un paese ma in particolare un rione” il girone” quello dove vivevano i miei nonni completamen­te diverso: deserto, trascurato, abbandonato.

La casa dei nonni chiusa, la casa di zia Gina chiusa, il bar dei miei nonni chiuso, nella piazza nemmeno un’auto parcheggiata e pensare, che di solito quando arrivavo non sapevo dove parcheggiare e qualche volta non potevo neanche passare per scaricare i bagagli.

Nessuno nella ”villetta” a prendere un pò di fresco all’ombra degli alberi, nessuno seduto sul muretto a parlare o guardate il panorama, nessuno affacciato al balcone, neanche una sola persona delle tre famiglie che ci vivono ancora.

Devo dire che è stato un colpo al cuore. Ormai sono 44 anni che vado al paese e ogni volta che arrivavo era bello vedere tutte le persiane aperte e le donne indaffarate nelle loro faccende quotidiane, il bar aperto e la gente che era lì ad accoglierti quasi come se sapessero che stessi arrivando, la famosa zia Gina, mamma di Walter “Il vigile” che sempre per prima usciva per venire a salutare.

Maria Luisa, moglie di Walter e mamma del piccolo Pietro, mi ha raccontato che da quando non c’è più il bar aperto cerca sempre di non rimanere in casa nel pomeriggio tanta è la tristezza di vedere questo posto deserto. Era bello trovare questa atmosfera di “normale” quotidianità San Donatese ed era un gran bel modo per essere accolta in paese alle cui porte c’è scritto “San Donato di Ninea il paese dell’accoglienza”

Ricordo da piccola che nel bar non solo si giocava e si svolgevano le normali attività di un piccolo bar di pae­se ma si mangiava anche molto bene. Ricordo le tovaglie a quadretti bianche rosse e piatti di maccheroni al pomodoro che scendevano a raffica dalle scale dall’appartamento sopra. Mia nonna, non so come facesse era sempre pronta non le mancava mai niente in casa per mettere a tavola anche 12 persone. Cucinava per tutti, a pranzo per i forestieri per chi passava di lì per piacere o lavoro. La notte per i paesani con chi di solito giocava a carte con mio nonno il famoso zio Luigi di “Mascinu”, Luigi Bisignani.

Il nonno Luigi, lui, era il vero PR del bar. Di lui ho meno ricordi perché ormai sono 21 anni da quando ci ha lasciati, ma una delle immagini più belle era vederlo la mattina nel bar che suonava il mandolino, così incominciava le sue giornate, intrattenendo con la sua gioia, intere generazioni, giocando a biliardo a carte a bocce, sempre a ridere e a scherzare con tutti.

Durante il mio ultimo soggiorno a San Donato nel riordinare e pulire la casa dei nonni ho trovato molte fotografie della mia famiglia e una targa del 1991 dove c’è scritto: a “Luigi Bisignani” per aver dedicato una vita intera al divertimento dei suoi compaesani.

Leggendo questa targa, mi sono venuti i brividi, sono tornata a pensare alla grande dedizione continua e costante, dei miei nonni per il loro bar. Ricordo che non potevano venirci mai a trovare in Toscana per­ché c’era il bar e il bar non si poteva chiudere, e non esistevano ferie e il giorno di chiusura. Ricordo che quando d’agosto venivamo a trovarli loro erano sempre indaffarati, ricordo i racconti di mia nonna di quando facevano il gelato e dovevano lavorare di notte perchè di giorno spesso non c’era la luce ed inoltre dovevano andare a prender l’acqua in cima al paese.

È grande il desiderio che il bar venga riaperto il prima possibile perchè il paese ne ha bisogno come luogo ri­trovo e di memoria di un luogo magico, dove altre generazioni hanno provato cosa significa la gioia di vivere.

Nei miei sogni c’è anche quello che l’appartamento sopra sia trasformato in b&b e che insieme al bar luogo caro ai miei nonni, possa continuare a vivere e possa essere per sempre luogo di accoglienza, d’incontro, di relazione e di svago.

Mi piacerebbe che mio figlio Lorenzo e il piccolo Pietro, potessero vivere questo luogo come un posto spe­ciale un luogo speciale dove tornare andare, incontrarsi, giocare e socializzare e ricordare le proprie origini, e magari, vivere come ho vissuto io, tanti ricordi bellissimi, sul muretto, sulle panchine del Girone dove con gli amici passavamo le calde sere d’estate a suonare a cantare o semplicemente a scherzare e ridere.

Io da sola abitando a Torino non ho la forza per fare tutto questo, ma spero e credo fortemente di trovare persone che comprendano l’importanza e le potenzialità di questo “luogo” e che abbiano la passione e la professionalità di farlo tornare a vivere ancora più “bello” di un tempo.

Maria Deborah De Lucia

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4 commenti

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    • Rosetta Capolupo il 12 Giugno 2017 alle 13 h 02 min
    • Rispondi

    Deborah, ti auguro di vero cuore che il tuo sogno si possa realizzare. Leggendo quello che hai scritto, mi hai fatto tornare indietro nel tempo, a quel tempo in cui era tutto più semplice e spontaneo.

      • Deborah il 12 Giugno 2017 alle 18 h 46 min
      • Rispondi

      Grazie!

    • Franca Caruso il 12 Giugno 2017 alle 14 h 12 min
    • Rispondi

    Leggendo questo tuo racconto fatto di ricordi e di emozioni ho percorso un pezzo della mia infanzia dove tutto era meraviglioso e bello. Ricordo benissimo i tuoi nonni persone buone d’animo . Mi auguro che puoi realizzare il tuo sogno in un modo o nell’altro.

  1. Grazie di cuore!

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