Dal focatico, o fuocatico all’Irpef

La Redazione & Minucciu

Da “Ninaia”, capitolo balzelli, tributi e tasse, eccovi notizie della prima gabella imposta dai dominatori angioini ai territori del neonato regno di Napoli, terre sandonatesi comprese. La tassa in questione e la più longeva fra i balzelli tanto che ancora oggi è in vigore, ha nuovo nome ed è chiamata Irpef.

Focatico

Il focatico, o fuocatico, era un’imposta applicata su ciascun fuoco, o focolare, inteso come abitazione destinata ad un gruppo familiare o su ciascun “fumante” se l’abitazione includeva più famiglie. Ebbe vasta applicazione in epoca medievale e nel regno di Napoli venne istituita nel 1263 da Carlo I d’Angiò, rimanendo in vigore per lungo tempo, ed ultimamente sotto il nome di imposta di famiglia.

Nell’ottocento il focatico era associato alla “tassa sui bestiami” dato che ad ogni primavera i comuni inviavano alle singole Magistrature Comunitarie le stampe occorrenti per la compilazione dei ruoli per le operazioni di focatico e di bestiami che entro il 30 giugno dovevano essere restituite per l’inoltro, entro la fine di agosto, alla Rappresentanza Comunitaria, con l’approvazione dei fogli di riparto per detta tassa, mentre i ruoli venivano passati all’Esattore Comunale il quale doveva  riscuotere il dovuto entro date prefissate.

Il ruolo era risultante di tre categorie di contribuenti: la prima faceva riferimento al solo fuoco; la seconda considerava la terra coltivata e la terza la classe di reddito nella quale era catalogata la famiglia, secondo le proprie caratteristiche.

La prima categoria, “i fuochi”, erano conteggiati per capo famiglia e potevano comprendere anche unità familiari di grande dimensione (spesso era un modo di evadere la tassa attuando convivenze forzate presso l’abitazione di anziani genitori o di fratelli maggiori), e per subalterni, tipologia questa che comprendeva anche i serventi che erano presso la famiglia a lavorare senza esserne parte.

La seconda categoria, “terra coltivata” classificava i terreni coltivati calcolandone l’estensione secondo l’unità di misura vigente nel Comune, nel sandonatese la tombolata, che corrispondeva normalmente alla superficie di terreno utilizzato per seminarvi una prefissata quantità di seme della coltivazione principale nella zona, nel nostro caso appunto un tomolo od uno dei suoi sottomultipli.

La terza categoria “classe di reddito”era determinata in base al reddito totale stabilito tenendo presente il tenore di vita della famiglia intera. Per questo tipo di imposizione non tutti i contribuenti erano inseriti nella terza categoria e quindi assoggettati a tale tributo, che pertanto risultava una sovrattassa per i più abbienti.

La tassazione per classe di reddito dava luogo ad evasioni e ad esenzioni concesse a favore di certe famiglie o gruppi di individui che abitavano nei comuni più importanti e avevano in essi cariche pubbliche di particolare importanza (senatori, notai, clero, ecc.)

Il “focatico” fu abolito con RD 30 dicembre 1923 ma le enormi difficoltà nelle quali i comuni incapparono nel trovare risorse compensative, indussero il Governo a reintrodurre temporaneamente il fuocatico con la denominazione di “imposta di famiglia” deliberata con RD 23 maggio 1924

Il T.U.14 settembre 1931 di adozione della riforma per la finanza locale, mantenne in vigore l’imposta di famiglia prevedendone l’applicazione, nei comuni con popolazione inferiore ai 30.000 abitanti,  solo alle ultime tre classi demografiche comunali. Ai restanti comuni venne concessa invece la facoltà di istituire l’imposta sul valore locativo. Il “nuovo “focatico”  fu definitivamente abrogato con la riforma tributaria del 1974.

Il prossimo scritto è relativo al catasto onciario la cui istituzione a metà del 1700 diede luogo a contrasti, liti ed inimicizie i cui effetti sono ancora oggi silenti in tanti sandonatesi.

Giugno 2014

Minucciu

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