Bruciano le colline dell’Esaro

La redazione & Diritto di Cronaca …

Martedì 09 Agosto 2011 10:59 – di Emanuele Armentano Letture: 65  –  
ESARO – Tornano le fiamme nella valle dell’Esaro e nella zona della valle del Tiro. Sono ben 4 i focolai che fra Acquaformosa, Lungro e Tarsia hanno nel weekend hanno dato un bel da fare a volontari e uomini del Corpo Forestale dello Stato. I primi segnali di incendio sono arrivati nella tarda serata di domenica, introno alle ore 21. L’allarme viene lanciato dalla zona del “Ponte dei Piccioni”, nel comune di Acquaformosa, in prossimità della Provinciale 263, ex statale 105. A bruciare è per lo più sterpaglia ma le fiamme sono pericolose e si deve intervenire con destrezza. Non passa molto tempo ed intorno alla mezzanotte, sempre nel comune di Acquaformosa, in località “Pian dell’Aia” un altro focolaio si erge lungo la strada. A dover intervenire, quindi, sono gli uomini del Cfs, del Coordinamento territoriale Ambientale di Rotonda, appartenenti in particolare al Comando stazione forestale di San Donato di Ninea. Ad essi si aggiungono anche dei volontari ed in poco tempo quello che poteva trasformarsi in una tragedia ambientale è stato sedato, anche se molto del fumo prodotto ha raggiunto anche il centro abitato.
Intorno alla mezzanotte di domenica, dall’altra parte della valle un altro incendio ha impegnato altri uomini. Questa volta il comune è Tarsia e le fiamme interessano una zona che è molto vicina al centro abitato. Il fuoco qui cammina velocemente e intorno alle 2 è ancora attivo tanto da creare paura anche in alcuni passanti che a quell’ora stavano transitando da quelle parti. Anche qui, per fortuna, si è evitato il peggio anche se la paura è stata decisamente alta.
Sui fatti è intervenuto anche il sindaco tarsiano Antonio Scaglione che da una località turistica ha commentato: «Ho sentito il mio comando vigili e mi hanno assicurato che non ci sono stati danni alle persone né alle cose. Il problema resta però significativo visto e considerato che se non si controllano in tempo, questi incendi possono assumere dimensioni molto più ampie. Immaginiamo che la questione sia legata a origine di tipo umano, magari si accendono i fuochi per fare pulizia di sterpaglia. Purtroppo questa non la strada consentita e, lo voglio ricordare, che il fuoco aumenta anche il rischio del dissesto idrogeologico, che a Tarsia, com’è noto, è già un grosso problema. L’invito quindi è quello di astenersi a fare gesti sconsiderati».
L’ultima frontiera del fuoco, invece, si è registrata ieri mattina, intorno alle 9.30, nella località Petrosa del comune di Lungro. Qui le fiamme, che si pensa siano di origine dolosa, sono partite da due punti del territorio distanti fra loro circa duecento metri. Ancora una volta sono gli uomini della Forestale a dover fronteggiare il problema, che con destrezza hanno scongiurato il peggio. Infatti, nei pressi dell’incendio si trovava un’azienda faunistica. Grazie al modulo “blitz” montato sul fuoristrada del Cfs le fiamme sono state domate in poche ore.

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