Luigi Bisignani con l’aiuto di Annamaria Persico web.
Pane di Cerchiara, di Cutro,di San Donato di Ninea, di Botricello, di Mangone, di Cuti, di Capizzaglie, pane di jirmanu e di castagni, di Sant’Antonio e di San Martino, con le olive o con la cipolla e poi pitte, collure e cullurelle,cuddrurieddri e chissà quante altre varietà ha e quanti altri nomi porta il cibo più amato dai calabresi e da quanti hanno avuto la fortuna di assaggiarlo: U pani ‘i casa.
Il pane calabrese ha il sapore antico del retaggio magnogreco e porta con sé identità e tradizione nel suo complesso simbolismo antropologico di socialità, condivisione e religione. In Calabria la tradizione vuole che sul pane messo a lievitare si faccia un taglio a forma di croce, a volte si mette dentro anche un rametto di ulivo benedetto. In molte zone della regione mentre si impasta il pane, si recita così: “Crisci crisci pasta, cumu u Signuri nostu ‘ntafascia”. Continua a leggere














