Riflessione di un giovane paesano

Luigi Bisignani

Tonino Massimo Cucci,20 ottobre  2019

Riflessioni domenicali del 20 ottobre con 26 gradi alle15. oggi mi voglio rammentare la mia fanciullezza nel mio paesino San Donato di Ninea. Sinceramente la mia infanzia al paese è stata veramente affascinante, parlo fino a 14 anni.essendo del 69 ho vissuto gli anni 70 ,anni belli in cui ci si divertiva con niente con giochi che adesso possono sembrare ridicoli ma secondo me erano giochi salutari: dal gioco del nascondino, i primi giri sull asinello rosso, qualche bici con le rotelle.poi i giochi all asilo nido e alle scuole elementare dove il gioco del calcio lo faceva da patrone. e il calcio spensierato secondo me è stato il gioco principale per noi maschietti. si giocava da per

tutto, all edificio scolastivco, in piazza sellata ,al giardino sotto,fin poi al campo del bivio. gli altri giochi che ricordo che facevamo con gli amici erano suonare il campanello è scappare, cavallo luongo, ara cavicchiula, gioco delle tappe,raccoltadelle figurine dei calciatori scambio e giocata a carte. ricordo ancora le guerre che facevano tra rioni, un po forse anche pericolose , che io non ho partecipato , essendo ancora piccolo e dopo sono scomparse.una infanzia felice con l affetto di tutti ,in primis dei miei genitori e nonni poi anche di tutta la gente del paese.andando alle scuole medie, diventevamo –grandi– il gioco del pallone faceva da contorno alle giornate a scuola.poi cominciavano anche il divertimento -lavoro, della raccolta delle castagne, la raccolta delle ulive, una volta all anno ci toccava sistemare la legna da ardere per l inferno nel catuoio.posso dire che il periodo delle scuole medie permè è stato veramente formidabile e mi ha formato anche culturalmente e socialmente, anche se secondo me i ragazzi nati dopo il 90, sono stati molto piu maturi di noi nati nel69 in quell età. a sandonata in quel periodo sono nate le prime associazioni come il gruppo folk la scuola pugilistica , la banda musicale, la squadra di 3 categoria di calcio. ad un paio ho partecipato a sprazzi ma francamente non mi sono mai riuscito ad integrare. gia da allora nasceva la mia solitudine e il senso di rifiuti della gente maggiorenne che non mi ha fatto mai integrare ed io essendo una persona con poche palle preferivo farmi da parte.finito le medie, ero bravo a scuola ,ho preso un bel ottimo meritato anche dalla rappresentazione teatrale della morte di gesù cristo dove lo rappresentai in maniera egregia, tanto che nel paese in quel periodo mi chiamavano gesu cristo. sono arrivate le scuole superiori che ho fatto nella vicina san sosti e mi sono diplomato con un 48. ritornando al paese mi sono rimasti in modo indelebile il ricordo il nome dei miei amici dei paesani e delle persone anziane che noi chiamavamo in senso di rispetto zii, che ancora oggi ricordo i loro nomi posso dire vita e miracoli di ognuno. anche se poi dopo i 18 anni è nato un certo non so che che mi ha visto chiudermi in me stesso , poi chiudermi addirittura per qualche tempo in casa non avendo contatti con nessuno. gli amici d infanzia erano tutti emigrati e trasferitosi altrove, mi restò solo il loro ricordo.

Permalink link a questo articolo: http://www.sandonatodininea-cs.it/2019/10/22/riflessione-di-un-giovane-paesano/

1 commento

    • Francesco il 23 Ottobre 2019 alle 6 h 34 min
    • Rispondi

    Bellissima riflessione, Tonì spero di vederti alla Sagra..

Rispondi a Francesco Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.