Il mio ritorno dopo 60 anni nel mio paese : San Donato di Ninea

Luigi Bisignani

Il  ritorno dopo 60 anni...

Questo sarà forse l’ultimo articolo che sarà pubblicato su questo Giornale Interattivo Sandonatese,la crisi ,il covid ma sopratutto le spese che aumentano tantissimo,mi fanno riflettere sul continuare un bellissimo giornale  che avevo creato 14 anni fa…Ogni cosa ha una fine,rifletto su una soluzione ,ma difficilmente si sopravvive ad una crisi del genere,dove molti amici hanno chiuso i loro giornali interattivi.

carissimi saluti -chi vivrà vedrà!!!

L.B.

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Ecco il racconto che ci ha inviato il nostro paesano Pasqualino Benincasa ,rientrato al paese dopo 60 anni…Buona lettura.

Dicono che il primo amore non si scorda mai. Ma le farfalle nello stomaco che ho sentito nel vedere il mio paese di nascita per la seconda volta dop 60 anni di assenza, mi e’ sembrata uguale a le sensazioni che sentivo ogni volta che rivedevo la mia ragazza.

Insieme alla mia famiglia ho lasciato il mio paese all’eta’ di 14 anni nel 1962. Dopo 42 anni lontano, nel 2004, ho rivisto il mio paese insieme a mia moglie che, nata in Inghilterra, non parlava una parola di Italiano. Il soggiorno al paese con lei e’ stato troppo breve. Solo 4 giorni in Settembre. Dopo aver passato del tempo con i miei parenti, zio Giuseppe, zia Carmela e zia Caterina, insieme alle loro famiglie, ho avuto solo tempo di andare dalla sellata alla chiesa della terra. Ho visto e parlato con pochissima gente. Quel tempo nel paese non ha soddisfatto la mia curiosita’ avevo  quel sentimento nel cuore che voleva rivivere la mia infanzia nel paese di nascita.

18 anni dopo. Dopo aver sognato il paese numerose volte, la voglia di tornare e rivisitare il mio paese ha sorpassato l’idea che il viaggio di 20 ore in un aereo  era troppo lungo. Ma questa volta, con il consento di mia moglie (Thank you Jennifer, my love), son ritornato da solo. Da solo e con abbastanza tempo da poter ricamminare le strade ed i vicoli dove correvo da ragazzo. Son ritornato per la festa che onora il santo patrone del paese. San Donato. Sperando che questa volta ci sarebbe piu’ gente nel paese. Forse potrei anche incontrare vecchi amici d’infanzia?

Passato Arcomano, nella strada che porta al paese, ho rivisto il mio paese di nascita. Le farfalle nello stomaco ritornarono. Il paese non era cambiato. Almeno da quella distanza. Ma, arrivando a Massanova, dove andavo spesso con il nostro ‘ ciucciu ‘, ho cominciato a vedere la differenza. Molte piu abitazioni sono stati costruiti al bivio. Ma i terreni in giro sembrano piu’ selvatici. Sembra che nessuno li coltiva. Passato il bivio pero’ la strada sembra lo stesso, pochissimo e’ cambiato.

Arrivo al girone e penso che il paese e’ cambiato un bel po. Adesso c’e’ un bar dove un mio amico d’infanzia abitava. Difronte c’e’ spazio per tavoli e sedie e anche per parcheggio di macchine. Molte abitazioni sono stati rinnovati. Ci sono macchine parcheggiate fino al giardino. Ma al giardino comincio a vedere una differenza che mi fa palpitare il cuore. La casa a destra, dove una volta abitava il sacerdote Don Vincenzo, ha l’ingresso crollato e crepe ovunque. E cosa mi da’ piu’ pena sono i tubi che sono attaccati alla casa che un giorno aveva il bar sotto. La casa piu’ prominente del giardino e’ ridotta ad avere tubi per sostenerla per fermare un certo crollamento. Il giardino accanto alla casa e’ adesso un parcheggio per macchine. Il muro, con vetri incastrati sopra che proteggeva il giardino dai ragazzi che volevano saltare il muro, e ‘ stato demolito. Le case dal giardino alla sellata sono stati quasi tutte rinnovate. Arrivo alla sellata ed il bar e’ chiuso. Ma non c’e’ spazio per parcheggiare la macchina. Tutti gli spazi sono occupati. Meno male che la casa che mio cugino Donato mi ha offerto per la durazione del mio soggiorno al paese, e’ molto vicino e non dovro’ strascinare il mio bagaglio.

Finalmente sono arrivato al mio paese di nascita. Appena sistemato in casa di mio cugino vado a visitare mia zia Felicetta che abita nella casa dove son nato. Il corso e’ molto ricordato ma piu’ faticoso di come mi ricordavo. Sara’ la differenza in eta’? Dalla sellata alla piazza nuova ci sono delle differenze, ma poco. Ma comincio a vedere la differenza di piu’ quando entro la strada che va dalla piazza nuova alla piazzetta vicino la chiesa del Carmine. La casa di ‘ Donna Flora ’ e’ quasi crollata. La farmacia sotto non esiste piu’. Le case sopra il mulino elettrico sono quasi crollate. Ma ogni tanto si vedono case che sono stati rinnovati. Anche se nessuno ci abita. Il mio vicinato e’ cambiato. La chiesa del Carmine era stata gia’ demolita prima della mia partenza dal paese, ma adesso anche il macello di ‘ ziu Riguardu , e’ stato demolito. Una statua della madonna del carmine e’ stata eretta dove una volta stava la chiesa. Ma solo meta’ delle case intorno alla chiesa di una volta sono abitate. Ma c’e’ un piccolo bar dove la bottega e cantina di ziu Riguardo era una volta.

Zia Felicetta e’ a casa e mi accoglie come solo una zia di San Donato accoglie un nipote che non ha visto da 18 anni. La mia casa di nascita e’ stata rinnovata e se non molto piu’ accogliente, e’ definitivamente molto piu’ moderna.

Nei prossimi giorni incontro, per la prima volta, mio cugino Domenico e famiglia. Questo e’ molto emozionante perche’ Mico era nato dopo la mia partenza e non ci eravamo incontrati quand’ero nel paese 18 anni fa.

Adesso ho un po di tempo per andare in giro al paese e ritracciare le strade, vicoli e coste, dove ho passato tutta la mia infanzia. E’ adesso che vedo la vera differenza con il paese che ricordavo. Appare che nessuno abita nei vicoli del paese, o alle estremita’ del paese. Quasi tutte le case nei vicoli sono pronti per demolire o sono gia caduti. E nessuno abita piu’ vicino le coste del paese.

Dalla crucivia a ru cummientu, camminando sulla strada all’estremita’ del paese, tutti gli edifici sulla mia sinistra sono scassate o inabitate. E quasi tutte le case lungo le coste dalla sellata alla motta sono quasi crollate. Anche quel muro sotto la roccia della motta, dove andavo da ragazzo per spiare la mia ragazza dal suo balcone, non esiste piu’. La malinconia che sento nel vedere questo cambio e’ superato dalla realizazione che questo era inevitabile.

Si vede che il paese e’ adesso abitato da pochi giovani con figli giovani. Che la maggioranza degli abitanti sono quelli della mia eta’ e che sono in pensione. Si vede pure che i nativi del paese, che adesso abitano lontano, hanno, come me, l’impulso di dover ritornare, o almeno rivedere, il paese dove sei nato, pasciuto e cresciuto.

Questo e’ stato evidente durante i 20 giorni che ho passato nel paese. Dove ogni mattino, quando andavo al bar Centrale per un caffe’ e cornetto, c’era gente pronta ad offrimi un caffe’. O quando verso le 11, andavo al bar e vedevo che la piazza era piena di macchine e che molta gente era seduta difronte il bar a chiaccherare o giocare a carte. Dove tutti erano pronti ad offrire un caffe o una bibita a chiunque entrava nella piazza. Dove si sentiva parlare in linque straniere. E non penso che i paesani che adesso abitano lontano, ritornano per le feste perche’ il comune spende moneta ad invitare cantanti e musicisti. O perche’ adesso possono andare al ‘ Rifugio ‘ per ferragosto, ( anche se quest’anno c’erano almeno 50 famiglie a festeggiare una bellissima giornata).

In finire vorrei prima ringraziare i miei parenti, Zia Felicetta, Cugino Mico e famiglia, Cugino Donato e Compagna Antonietta, ed i miei cugini in Lombardia e Liguria che non sono potuti venire al paese ma erano sul telefono ogni giorno. Grazie Minuccia e famiglia, Clara e Pasquale e Rita. Eravate con me nel paese nel mio cuore.

Grazie inoltre agli amici d’infanzia e sul FB, Vincenza e Mario, Rosa e figlio Antonio che ho incontrato per la prima volta. Grazie a voi per l’accoglienza, amicizia e compagnia che mi avete dato durante i 20 giorni al paese. Grazie a Rosina e Paolo per il tempo e piacere della vostra compagnia  a Roma. Grazie alla signora Giuseppina e Benedetto del bar Centrale e ‘U Girunu. Grazie a Domenico, figlio di Remo che venne da Bari per incontrarmi. Grazie per l’accoglienza sia al paese che a Bari. Grazie a Micuzzo che mi ha aiutato ad avere l’olio della macchina cambiato e per quei bicchieri di vino. Grazie a Mario per l’aiuto con la doccia e il filo del spendipanni. E grazie pure a tutti i Santonatesi per l’accoglienza ricevuta prima di sapere chi ero, e piu’ di tutto dopo aver saputo chi ero. Ed il grazie piu’ grande va a tutti i giocatori di carte per avermi invitato a giocare a carte. Anche a te Luigi, che mi hai lasciato  allurmo!! due volte.

Ritornero’ al Paese? Il richiamo del paese e’ ancora nel cuore. Non penso che diminuera’. Poter ritornare alla mia eta? Chissa’?

Ringrazio Luigi Bisignani per avermi permesso di pubblicare le mie emozioni sul ritorno nel mio paese dopo 60 anni,spero ed auguro che il suo giornale continua a vivere,grazie a lui molti paesani si sono ritrovati,non facciamo morire il nostro unico Giornale paesano che aiuta tutti noi che abitiamo nell’altra parte del globo.

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3 commenti

    • Luigi il 4 Ottobre 2022 alle 7 h 59 min
    • Rispondi

    Ringrazio tutti coloro.che fino ad.Oggi hanno aiutato con un piccolo dono,purtroppo le spese aumentano,triplicano,sarà difficile sopravvivere senza il vostro aiuto.

    • Emanuela il 5 Ottobre 2022 alle 8 h 07 min
    • Rispondi

    Bellissima storia

    • giovanni benincasa il 19 Luglio 2023 alle 17 h 24 min
    • Rispondi

    Una storia commovente. Però, alla fine la lontananza la fa da padrona e la nostalgia è padrona dei tuoi pensieri.

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